Documentazione prodotta da:
Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e Addolorata
Sede attuale della confraternita:

Chiesa di San Nicola - Cappella di San Gaetano - Toritto (BA)

Condizione giuridica:
Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto con decreto del 5 marzo 1936
Date di esistenza:
[1578] -
Profilo di storia istituzionale:

Le prime notizie attendibili sull’esistenza dell’Arciconfraternita, che ha sede nella Cappella di S. Gaetano, presso la Chiesa Matrice, si trovano negli «ordines» del 1578 seguiti alla visita pastorale del Puteo, in cui l’arciprete impartisce dettagliate disposizioni sui registri da compilare e su come devono svolgersi le elezioni degli ufficiali. Altre fonti documentarie che ne attestano l’esistenza sono le copie delle Regole, munite di regio assenso, del 26 febbraio 1759 e del 22 luglio 1761. Si tratta di due distinti atti, il secondo dei quali fu redatto a causa di rilevanti irregolarità riscontrate nel primo, tra cui la mancata esibizione dei conti a partire dal Concordato del 1741. Superata questa difficoltà, la Confraternita continuò ad operare regolarmente, attenendosi alle varie disposizioni legislative emanate successivamente. Il 19 giugno 1834 il sodalizio ottenne il sovrano beneplacito sulla fondazione e il titolo di arciconfraternita, considerato il giusto compenso per l’impegno profuso nell’esercizio della carità evangelica. I confratelli dovevano osservare particolari doveri  di carattere spirituale, come la confessione e la comunione obbligatoria ogni terza domenica del mese in occasione dell’esposizione del Venerabile, la partecipazione a tutte le processioni solenni organizzate dalla Chiesa Matrice e la pratica di portare il SS.mo Viatico agli infermi. In tutte queste circostanze era obbligatorio indossare l’abito confraternale, in caso contrario era prevista la cancellazione dall’elenco degli iscritti. Obbligo fondamentale dell’Arciconfraternita era quello di provvedere alle spese dei funerali di ciascun aggregato, con l’associazione dell’intero Capitolo e con la partecipazione di tutti i confratelli vestiti dell’abito e muniti di torce. Il defunto aveva diritto a cinquanta messe in suo suffragio da celebrarsi, con venti libbre di cera, sull’altare della Cappella del SS.mo Sacramento e doveva essere seppellito nel sepolcro della cappella medesima. Per quanto riguarda le opere di beneficenza, nello Statuto del 1759 si fa riferimento all’istituzione di due maritaggi di dieci ducati ciascuno, per due zitelle orfane di padre native di Toritto, estratte a sorte, una nella festa del Corpus Domini e l’altra nel giorno della nascita del Signore. Tali opere continuarono ad essere svolte nei secoli successivi e dai verbali del XIX secolo risulta che nella festività del Corpus Domini essa provvedeva a vestire uno o più poveri mentre, a Natale, provvedeva a un maritaggio per una ragazza povera del paese. Nel 1848 furono ammesse nell’Arciconfraternita anche le donne. Esse erano legate alla devozione della Vergine dei sette dolori e condizione necessaria per l’ammissione era l’onestà e la buona condotta di vita, mentre per quanto riguarda le pratiche religiose, avevano l’obbligo di confessarsi almeno due volte al mese, di accompagnare in processione i Santi Patroni e di indossare “l’abito nero con finimento celeste” in tutte le festività solenni, in particolare in tutti i venerdì dell’anno. Esse però non avevano diritto di voto. Attualmente le funzioni liturgiche più importanti celebrate dall’Arciconfraternita sono quelle della Settimana Santa e la festa della Vergine Addolorata il 15 settembre. Dal 1912 essa provvede anche all’allestimento del Presepe nella Chiesa Matrice e si occupa di organizzare la novena del Santo Natale.