Documentazione prodotta da: |
Confraternita di Sant'Antonio da Padova |
Sede attuale della confraternita: |
Chiesa di San Nicola - Oratorio della confraternita - Toritto (Ba) |
Date di esistenza: |
1922 – |
Profilo di storia istituzionale: |
La confraternita fu istituita nel 1922 per iniziativa del sacerdote don Giuseppe Paccione. Dei 238 congregati ben 175 erano donne, escluse all’epoca per regolamento dalle funzioni amministrative. Risalgono al 1923 lo statuto ed i primi festeggiamenti in onore del santo, al 1924 la statua di culto, al 1927 la prima raccolta di offerte per il gruppo statuario rappresentante la Crocifissione e portato in spalla nella processione “dei Misteri” nel venerdì santo(1). Di ispirazione francescana è l’abito di rito femminile, un saio color caffè bruciato, cinto dal cordolo bianco con i tre nodi, che richiamano i voti di povertà, di castità e di obbedienza, ed una veletta marrone sul capo; più “usuale” l’abito maschile, un camice bianco con mozzetta color caffè bruciato (un tempo con cappuccio bianco sul capo). Distintivo comune è il medaglione con l’effigie del santo, che è fermato sul lato sinistro del saio e della mozzetta e per i soli membri del consiglio direttivo su una fascia color panna a tracolla dal bordo dorato duplice per il priore e singolo per i due assistenti. Sullo stendardo del medesimo colore del saio è riprodotta la tradizionale effigie di sant’ Antonio col Bambino in braccio. Dallo statuto si rileva che gli scopi principali della confraternita sono quelli di curare il “benessere spirituale dei congregati”, con gli obblighi settimanali dell’istruzione religiosa e della recita in comune del Rosario, e di mantenere il culto di Sant’Antonio attraverso la pratica della “tredicina”, consistente in incontri di preghiera per tredici martedì consecutivi fino alla festa del 13 giugno in ricordo dei tredici miracoli che il santo compì, secondo la tradizione, in un solo giorno. Altro aspetto importante è la carità fraterna da esercitare sia all’esterno sia all’interno della comunità. A spese della confraternita e con le elemosine raccolte il 13 giugno nella “cassetta del pane” si confezionavano per i poveri i panini, oggi offerti dai devoti al termine delle celebrazioni. Era molto sentito il dovere della mutua assistenza in caso di malattia o di indigenza di un congregato, mentre con il ricavato della “manata d’olio” gli associati contribuivano a soddisfare i bisogni della confraternita. Fu, invece, sciolta nel giro di pochi anni, perché in passivo, la “Cooperativa Sant’Antonio”, costituita il 1 febbraio 1948 per sopperire alla insufficienza degli introiti in mancanza di una chiesa e dei loculi cimiteriali, né fu mai realizzato il progetto di edificare la chiesa, per la quale si era indetta una raccolta di offerte nel 1945. Tuttavia, erano ben remunerati alcuni obblighi come la partecipazione ai funerali e le cariche di segretario, di cantore, di organista (e persino di “tira mantice”). Oggi, invece, i confratelli prestano la loro opera per lo più gratuitamente. La festa del 13 giugno, tuttora molto sentita, è celebrata con una messa solenne in parrocchia, cui segue una processione serale della statua del santo, portata sulle spalle per le vie del paese. |
(1) R. Mele, D. Muschitelli, Confraternita di sant’Antonio, in Le Confraternite di Toritto. |
Origini, storia e vita associativa dei sodalizi, Altamura, 2005, pp. 106 - 107 |